La pila rapita
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La Pila Rapita hè un opera in puesia scritta da Lisandru Petrignani (1785-1813).
La pila rapita
[mudificà | edità a fonte]Eccu un' strattu di A pila rapita (Dopu il ratto):
- S'affollano le donne, e fan rumore
- Carche di spiedi e sbrucioli da forno,
- Ne vogliono soffrir tal disonore
- Da gente che non può mostrarsi a giorno.
- Donne Venzolaschesi, il vostro onore
- Benche palese sia per ogni intorno,
- Pur dirò che voi stete indiavolate
- Sopra l'onore, e rispettar vi fate.
- Lo so ben io, che sonnolento e nudo,
- (Ciò colla camicia e i calzonetti)
- Temei che quasi m'infilzaste crudo
- Proprio corne s'infilzano i capretti.
- Ancor adesso dal timor ne sudo
- Perchè a disgrazia mi trovai nei stretti
- Ordin della donnesca schiera ardita,
- Ove mancai di perdere la vita.
- Passando in mezzo ad esse, allor la voce
- Sento di Lelia in tuon superbo ed alto;
- Il mio marito correrà feroce,
- Stragi farà nel memorando assalto.
- Che se non torna sanguinoso e atroce,
- L'uscio davver gli fo pigliar d'un salto.
- Saria certo per me l'ultimo smacco,
- Se in questa occasion fosse un vigliacco.
- Mormora bassamente, e alla comare
- Dice all'orecchio Lalage adirata :
- Prego il ciel che non possa più tornare
- Quello che m'ha cosi martirizzata.
- Io si davver che lo potea sposare,
- E corne s'io non fossi maritata :
- Se ho da soffrir e digiunare ogn'ora,
- Meglio certo è per me, meglio è ch'ei mora.
- Mi viene allor la risa, e persuaso
- Ch'eran giunti i nemici a salvamento,
- Ritorno per dormir, quando per caso
- Da una certa finestra esclamar sento
- Languidamente: Ah non sarà rimaso
- A casa il mio Narciso in tal cimento
- Narcisa era costei bella e galante,
- Del suo Narciso innamorata amante.
- A Lindor che volea sortire armato
- Chiude la porta Fillide tremante ;
- Rimanti qui, statti, mio sposo amata;
- Deh statti' in braccio alla tua sposa amante!
- Lascia che il resto poi del volgo irato,
- Corra per riacquistar le pietre sanie.
- E santo il nostro amor, santo e l'affetto
- Restati, sposo mio, torniamo a letto.
Riferimenti
[mudificà | edità a fonte]- Yvia-Croce, Ghjacintu, Antulugia di i scrivani corsi, Aiacciu, Ed. Cyrnos et Méditerranée, 1987